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  • Storia

    Durante il 1800 la città di Verona ha avuto un ruolo difensivo importante per il regno Austro Ungarico e dovette rispondere in primis alle ragioni militari con un ruolo sia difensivo/offensivo ma soprattutto logistico. Oltre al rafforzamento delle difese permanenti esistenti, nell’area di Campo Marzo, tra il 1863 e il 1865, venne realizzato un complesso di edifici militari, che comprende la Provianda e i due Silos gemelli, di Levante e di Ponente, destinato all’approvvigionamento delle truppe e alla produzione del pane. 

     

    Nel 1866 con la conclusione della terza guerra d’indipendenza e l’annessione al Regno d’Italia, Verona perse il suo ruolo difensivo ed il compendio divenne proprietà del Genio Militare italiano, che pur conservandone la funzione di conservazione e produzione del pane, operò alcuni cambiamenti e ampliamenti negli edifici.

    1850

    L’ubicazione del nuovo Panificio militare era già individuata dal 1850, quando il convento di Santa Marta, con le vaste pertinenze, veniva acquisito dal demanio austriaco e, prima di essere in gran parte demolito, utilizzato per le attività della sussistenza. Alcuni disegni di rilievo dell’anno 1863, firmati da architetto Naredi-Rainer, documentano l’impianto superstite del convento e della chiesa con le varie destinazioni della Provianda. 

    La scelta dell’ambito spaziale di Campo Marzo, o Campo Fiore, è in accordo con la consolidata vocazione storica di questo grande settore della città fortificata, destinato in epoca absburgica a piazza d’armi (Exercier Platz) ed a principale insieme logistico. Dal 1821, qui erano stati costruiti il grande deposito degli affusti, le Caserme a traversa per l’artiglieria ippotrainata, la cavallerizza coperta, oltre al Magazzino delle Monture ed al contiguo panificio di Santa Caterina, poi mantenuto in attività sussidiaria. Oltre alla straordinaria vastità degli spazi aperti, alla presenza di ragguardevoli complessi conventuali di proprietà demaniale, il Campo Marzo garantiva la maggiore sicurezza difensiva in quanto, situato a sinistra d’Adige, non era esposto all’investimento nemico. L’ubicazione della stazione ferroviaria, fuori Porta Vescovo, in esercizio dal 1849, oltre a rispondere alle medesime valutazioni di sicurezza difensiva, assecondava al massimo grado con le esigenze logistiche della piazza di deposito.

    1863-1865

    Il progetto dell’ex complesso di Santa Marta viene elaborato da ufficiali dell’Ingenieur Corps di eccellente formazione e di riconosciuto talento: il tenente colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld, il capitano Ferdinand Artmann e Anton von Naredi-Rainer. 

    Andreas Tunkler

    Il tenente colonnello Andreas Tunkler von Treuimfeld, Genie-Director a Verona, era celebre in  Europa per le sue pubblicazioni  di Scienza delle Fortificazioni. 

     

    Ferdinand Artmann

    Il capitano Ferdinand Artmann era esperto di tecnologia della sussistenza, della produzione e conservazione alimentare.

     

    Anton von 
    Naredi-Rainer

    Anton von Naredi-Rainer aveva dato prova di talento architettonico nei nuovi prospetti di Porta Vescovo, ampliata negli anni 1862-1863.

     

    Nel progetto confluiscono e si integrano distinte competenze artistiche e tecniche: architettoniche, strutturali, funzionali e impiantistiche. Tunkler e Naredi-Rainer, con razionale spirito geometrico, configurano per i nuovi edifici disposizioni planimetriche su modulo quadrato, predisposte per le strutture a pilastri, archi e volte. Negli spazi interni, consultate le più qualificate ditte austriache, Artmann studia l’allestimento dei vari impianti e apparecchiature meccaniche, in modo da ordinare il ciclo produttivo secondo criteri di pratica funzionalità e di rendimento industriale. Naredi-Rainer infonde poi al nuovo grandioso Stabilimento una chimerica fisionomia architettonica, romantica e imperiale. Sono architetture costituite idealmente per l’eternità, nelle quali si rispecchia la provvidenziale cura e la dignità della committenza. In esse, di saldissima struttura, di pietra e laterizio, il compito della funzionalità militare si riveste di nobile e parsimoniosa connotazione stilistica, di civile rappresentanza. Nella transizione dal neoclassico al neomedioevale si manifesta e afferma l’esigenza di uno stile originale per l’architettura, adottato anche per gli edifici militari urbani, che assume nel Rundbogenstyl (Stile dell’arco a tutto sesto) l’espressione più marcata. Naredi-Rainer riveste di medioevo romantico l’architettura dell’imponente macchina protoindustriale animata da motrici a vapore,collegate a moderne macchine operatrici, sia per la conservazione del grano, la molitura, la panificazione. La costruzione del complesso durò soli due anni, dal 1863 fino a 1865.

    1863

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    2023

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    Silos di Levante

    Gli edifici di maggiore interesse tecnico e storico sono i grandi silos gemelli: Silos di Ponente e Silos di Levante. La loro ubicazione era dettata dalla comodità del collegamento con la diramazione ferroviaria proveniente dalla vicina stazione di Porta Vescovo. I silos erano progettati secondo il nuovo tipo a celle multiple ed ermetiche, fuori terra, ordinate in quattro serie parallele che assicuravano il completo isolamento del grano. Le 24 celle a base quadrata, alte circa 9,50 metri, considerata la loro singola capienza di circa 866 quintali, conferivano al nuovo magazzino la capacità complessiva di circa 20.700 quintali di grano. Nel progetto dei due magazzini di conservazione per il grano Ferdinand Artmann mette in pratica le approfondite cognizioni tecnologiche e I silos gemelli di Santa Marta sono da osservare come opere esemplari della nuova tecnologia, non solo come architetture di originale cultura figurativa.

    La Guardiania

    Il progetto per il complesso della Provianda prevedeva una specie d’ingresso “monumentale” a due piani, con un accesso coperto e carrozzabile centrale tra due corpi di guardia aggettanti, a loro volta collegati mediante due ali perfettamente simmetriche a due speculari corpi di fabbrica, le une e gli altri destinati probabilmente ad uffici e ad alloggio del personale direttivo. Questo edificio, chiamato “La Guardiania” in realtà non fu mai realizzato come da progetto, venendo costruito invece in forma molto più modesta come risulta sia nel catasto austriaco, in una planimetria del 1869 e nel catasto italiano del 1907, dove in corrispondenza dell’ingresso sono rappresentati solamente due corpi di forma quadrata, riconoscibili oggi dai portali in pietra riconducibili al “Rundbogenstil”.

    1866-2004

    Dopo la fine della dominazione austriaca, l’ex complesso di Santa Marta è stato utilizzato dall’esercito Italiano, che ha mantenuto la sua funzione di approvvigionamento dell’esercito. La descrizione della Provianda ai primi del Novecento documenta gli aggiornamenti tecnologici apportati agli impianti dall’Esercito italiano: “Il panifico militare nello apposito e grandioso stabilimento di via Nicola Mazza tra il Distretto militare e la Caserma d’artiglieria in Campo Marzo, è provisto di tutto l’occorrente per la conservazione e macinazione dei grani e per la fabbricazione del pane e della galletta. Ampi magazzini per grani e farine, ed un edificio a silos in muratura per serbarvi frumento non solo ma specialmente avena, permettono di custodire le grandi riserve ed opportune scorte. Un molino a cilindri, del sistema “Luciano e Campo”, mosso da macchina a vapore della forza di 45 cavalli dinamici, può, nelle 24 ore, macinare grano per 200 quintali di farine. Con la stessa macchina si può mettere in moto una dinamo per illuminare l’intero stabilimento nel caso occorrano lavori notturni.”

    Silos di Levante

    Databile tra l’inizio del 900 il secondo conflitto bellico, è l’intervento di rifacimento interno al Silos di Levante che comportò da un lato la sostituzione dei Silos metallici austriaci di raccolta del grano con Silos in cemento armato, e dall’altro l’aggiornamento tecnologico dell’impianto di distribuzione attraverso macchinari al tempo all’avanguardia, tutt’ora conservati integralmente.

     

    Il layout interno del Silos venne modificato per alloggiare tutte le funzioni collaterali allo stoccaggio e alla conservazione del grano, vennero sostituiti i solai intermedi con solai in cemento armato e in voltine in laterizio sostenuti da travi in acciaio, anch’essi ancora esistenti, testimonianza di un periodo costruttivo di inizio novecento; aperte nuove finestre; sostituiti gli infissi precedenti; rifatti gli intonaci interni e costruita una nuova scala. Anche nella copertura, costituita da ampie capriate lignee, venne probabilmente sostituito il tavolato ligneo con tabelline in laterizio mantenendo le strutture portanti originali austriache.

    Casa del Capitano

    La Casa del Capitano, costruita invece dal Genio militare italiano e presente infatti nel primo catasto italiano e non in quello asburgico, aveva probabilmente destinazione mista: al primo piano un’abitazione mentre al piano terra funzioni di servizio alla caserma con alcuni spazi destinati a macelleria (come farebbe pensare la presenza nella sala accanto all’ingresso principale, di un grande tavolo in marmo, di un pavimento a compluvio, del rivestimento in seminato e dei ganci alle pareti). L’edificio, negli anni tra il 1930 e 1986, fu oggetto di alcuni interventi che riguardarono l’articolazione distributiva del piano terra e l’ampliamento in adiacenza al muro perimetrale su via Cantarane, con la realizzazione di un nuovo locale sul prospetto ovest e di uno spazio aperto ma coperto più ampio sul lato ad est. Di quegli anni fu anche la realizzazione di un nuovo corpo scala in sostituzione della scala a chiocciola esistente, in conseguenza della quale probabilmente venne chiusa l’ampia finestra centrale sul prospetto ad ovest e venne realizzato un nuovo accesso di dimensioni più ridotte. L’edificio riprende le forme dell’architettura liberty con uno sviluppo simmetrico accentuato dal modesto aggetto del corpo di fabbrica centrale e dalle terrazze laterali.  

    2005-2023

    La prima richiesta di acquisizione dell’area da parte del Comune di Verone è datata nel 1997. Il commando dell’esercito italiano ha abbandonato gli edifici tra 2004 e 2005, mentre nel 2007 la giunta Zanotto ha ufficializzato l’acquisizione dell’area.  Il Silos di Ponente è il primo ad essere restaurato e le sue aule didattiche entrano in funzione nel 2010. Di seguito partono i progetti per il recupero della Provianda, che è stata completata nel 2015.  Il recupero del Silos di Levante è iniziato a giugno nel 2022 e terminerà a ottobre 2023.

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    COMUNE DI VERONA – Area Lavori Pubblici, Edilizia Monumentale Civile

    DPCM 25/05/2016 – Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo della provincia. Progetto per la riqualificazione urbana del quartiere di Veronetta.

    LOTTO 1: EX CASERMA SANTA MARTA – Recupero, restauro e in parte rifunzionalizazione degli edifici del “Silos di Levante”, “Casa del Capitano” e “Guardiania”